Nell’operazione rientra il recupero di alcuni manufatti esistenti di scarso valore architettonico tra cui l’ex osservatorio Imbò riconvertito nella nuova biglietteria ed in centro visite del parco nazionale del Vesuvio. Da qui partono tutte le visite per il cratere.

Filo conduttore dell’intervento la mimesi dell’opera dell’uomo, perseguita con l’utilizzo di materiali naturali come il legno e la pietra lavica, un accurato studio del colore e la scelta di ‘coperture a giardino’ con piantagione di specie arbustive autoctone. Interpretazione contemporanea dei materiali di riferimento sono le pavimentazioni interne e le cornici dei vani in conglomerato a base cementizia, impastato con inerti lavici e lavorato sulle superfici a vista.

Si è poi intervenuti sulla componente impiantistica delle strutture trasformandole secondo i principi dell’autosostenibilità energetica. Riutilizzo dell’acqua piovana, installazione di impianti fotovoltaici e minieolici per la produzione di energia elettrica, solare termico per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e stufe a pellet per il riscaldamento degli ambienti. Il trattamento delle acque reflue avviene mediante un impianto di fitodepurazione, nel quale è stato sperimentato l’utilizzo delle specie autoctone più idonee allo scopo.